Joseph Custos - Il portale dedicato a San GiuseppeRisorgere, per poter dire agli altri: fratello, sorella
Viviamo la Pasqua di Risurrezione con un cammino compiuto
alle spalle... cammino che ci ha permesso di mettere a fuoco
due punti importantissimi per quello che riguarda il nostro
cammino interiore: il primo punto riguarda l'importanza della
relazione personale con Gesù come quella relazione, ricordate,
senza la quale Dio rimarrebbe una parola insignificante, una parola
vuota o per lo meno una parola insufficiente dato che Dio nessuno
lo ha mai visto, il Figlio unigenito ce lo ha raccontato (ne ha
fatto l'esegesi dice la traduzione letterale dal greco)... il
secondo punto, più recente nel tempo, è questo: da Gesù riceviamo
un amore totale e senza pentimenti, senza ripensamenti. Gesù
ci ama senza voltarsi indietro. Sentivo che questo amore senza
pentimenti è un po' l'amore del sabato santo, perché è un
amore ripetuto, perpetuato, anche se molto, molto faticoso.
Viviamo ogni anno il sabato santo per fissare nel cuore la
continua discesa di Gesù agli inferi. Ne parlavo stamattina
con un frate, mio amico: non è che Gesù è sceso agli inferi una
volta per tutte e basta, no... la sua è una visita continua agli
abissi, alle oscurità, alle profondità del cuore dell'uomo
e pertanto anche del mio cuore. Ecco allora uno dei motivi
per gioire in questo giorno di Pasqua... non siamo soli nelle
nostre fatiche, non siamo soli nei nostri dolori, sempre il
Risorto ci visita, sempre il Risorto cammina con noi. E che
veramente sia Pasqua, che veramente possiamo vivere un passaggio,
che veramente possiamo varcare un confine, che veramente possa
cambiare qualcosa nella nostra vita, veramente possiamo dirci
cristiani,fare centro su Gesù, lasciarci fare da Lui, lasciarci
prendere e portare in alto, verso la luce. Fa o Signore che il
passaggio attraverso il sabato santo non sia solo un passaggio
per il volgere del sole, senza che nulla sia cambiato, senza che
nulla si volga nel mio cuore e nella mia vita. Solo così, solo se
qualcosa davvero cambia dentro di me l'annuncio della
Risurrezione porterà la gioia nella mia vita.
Guardate al vangelo appena ascoltato... guardate alla reazione
che hanno le donne, le quali con timore e gioia grande corsero a
dare l'annuncio ai suoi discepoli e a quella che invece hanno le
guardie, che divennero come morte. Le donne, che durante la sua
vita terrena hanno ascoltato Gesù, hanno portato e custodito nel
cuore le sue parole, credono alla risurrezione proprio sulla
parola di Gesù: E' risorto, come aveva detto. Le guardie invece
mi paiono il simbolo di coloro che fanno dell'incredulità uno
stile di vita e diventano creature morte, incapaci di movimenti
interiori, incapaci di sussulti del cuore... sono preda di una
morte della quale erano custodi (Enzo Bianchi). Forse è un po'
questo il rischio che corriamo, quello di dar spazio a queste
guardie che possono anche essere dentro di noi a vigilare perché
nulla cambi, perché si rimanga nel vecchio, perché il nostro vero
Io resti sepolto e l'uomo autentico non sorga in noi (A.Grun).
Ecco che possiamo allora ripercorrere il Vangelo della
Risurrezione secondo il racconto di Matteo, il quale ci parla di
quel cambiamento che anche adesso ho accennato. La partenza delle
donne è visitare la tomba... vanno lì per quello apparentemente.
L'angelo sa cogliere però il desiderio che le abita e le rimanda
a ciò che profondamente le muove, perché la loro non è la
visita ad una tomba, ma una ricerca: So che cercate Gesù, il
crocifisso... Mi piace questa idea, quella di una ricerca che non
si ferma, che non si arresta nemmeno di fronte a ciò che
umanamente giudicheremmo insuperabile. Uno sprone, un incitamento
per me che per molto meno finisco il carburante che mette in moto
la mia ricerca. E' importante anche per la nostra relazione
personale con Gesù: le donne non cercano un'idea, cercano una
persona, non cercano un potente, uno che risolve, cercano il
crocifisso, cercano uno che hanno visto vivere, soffrire,
morire in quel modo.
Bello quello che l'angelo dice alle donne, indicando anche lo
stile della ricerca... cercare, ma non nella paura (non temete) e
non come tutti gli uomini: Non abbiate paura... lasciate che la
paura sia il destino di altri e non cercate qui, nel sepolcro
perché quello che voi potete vedere qui è soltanto il posto dove
lo avevano messo. Non dovete cercarlo qui, nel posto in cui è
stato messo dalla incredulità degli uomini, cercatelo là dove lui
ha promesso di manifestarsi... Anche noi allora siamo
chiamati a cercarlo là dove Egli ha promesso di manifestarsi... là
dove uomini e donne sono capaci di spezzare il pane per i propri
fratelli e le proprie sorelle, là dove uomini e donne sono capaci
di preparare fuochi di brace per riscaldare e preparare il cibo
necessario per il ristoro, la dove uomini e donne anche al prezzo
della loro vita vogliono dire Pace a voi a chi odia e a chi
trama contro i fratelli, la dove uomini e donne mostrano e vivono
le loro ferite, ebbene lì possiamo incontrare il Risorto.
Concludo segnalando un cambiamento importante che la Risurrezione
opera. Dice Gesù: Andate ad annunziare ai miei
fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno... ai miei
fratelli... Gesù non li chiama più discepoli, li chiama
fratelli.
Attraverso la sua Morte e Risurrezione essi sono diventati
fratelli. Il loro fallimento di fronte alla passione, la
loro vigliaccheria di fronte alla paura della morte sono
loro perdonati. Che possa accadere questo anche nella nostra
vita... che si possa dire di noi che crediamo nel Risorto
perché di fronte al torto o al male subito, possiamo
chiamare fratello e sorella chi, con o senza volontarietà
ci ha ferito. Sarà Pasqua anche per noi, capaci di uscire dai
sepolcri del risentimento e del rancore.
don Maurizio Prandi